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Teatrino a forza collettiva, la raccolta fondi a Belmonte

Teatro

Teatrino a forza collettiva, la raccolta fondi a Belmonte

C’è un teatro che vuole nascere, in Calabria.  Anzi, no: il teatro c’è già, ma vuole migliorarsi, diventare più funzionale ed essere ancora di più un teatro di comunità. Succede a Belmonte Calabro, comune di poco meno di 2mila abitanti. È il progetto “Teatrino. Teatro a forza collettiva” di quelli dell’Ex Convento dei Cappuccini di Belmonte, che hanno deciso di coinvolgere maggiormente il proprio pubblico – ma anche artisti e amici -, chiamandolo in causa con una operazione di crowdfunding – o raccolta fondi che dir si voglia -, accessibile online attraverso il portale Produzioni dal basso (basta cliccare qui) entro il 9 aprile.

«Un teatro serve sempre – dichiara Stefano Cuzzocrea -. Attualmente tantissimi teatri stanno chiudendo, laddove si riesce ad aprire è da sognatori. A noi piace sognare, e ci piace pensare che questo sogno possa essere collettivo. Che si possa creare un teatro in un piccolo paese. Perché i paesi muoiono anche per la mancanza di welfare culturale, laddove le attuali politiche culturali incentivano e finanziano solo grandi eventi e nei grossi centri turistici, un progetto simile è la risposta. È un teatrino a forza collettiva».

Facciamo un passo indietro: nel 2002, nessuno dei due di Belmonte, Stefano Cuzzocrea e Paola Scialis – scomparsa nel 2018 in uno scontro stradale -, gettano le basi dell’Ex Convento, un progetto artistico trasversale che ha sede proprio in una struttura religiosa del Diciassettesimo secolo, per ospitare residenze artistiche, fare teatro, musica, creare momenti di aggregazione, con «l’obiettivo di costruire una rete di persone e di relazioni capaci di leggere e interpretare lo spazio, il luogo e il territorio in cui è inserito».

Oggi l’Ex convento è sempre più un riferimento per le attività culturali del comprensorio e non solo, ma potrebbe esserlo maggiormente: «L’idea è di rendere ancora più funzionale lo spazio già utilizzato – ci spiega Cuzzocrea -. Vogliamo provare a mettere più contenuti, individuare azioni più concrete, sviluppare maggiormente le residenze artistiche già attive dal 2013, fare ciò che ancora non è possibile con le attuali risorse in atto». E’ già stata costruita una platea in legno, utilizzata anche come palco nel segno dell’idea di continuità tra pubblico e artisti, un grande praticabile di 200 metri quadrati, ma ora serve altro: un tappeto per la danza, per esempio, ma anche materiali come pittura e ancora legno, per levigare e verniciare il pavimento, attrezzature tecniche per allestire il teatrino, arredi per lo spazio, una piccola gradinata. Non serve solo l’aiuto economico, c’è anche la possibilità del baratto oltre i materiali e oggetti: «Serve anche del lavoro manuale – spiega Stefano -. Perché già la costruzione stessa del teatrino è momento di aggregazione».

Come risponde la stessa Belmonte? « Ha un’energia tutta sua – afferma -, rispetto agli altri paesi si hanno un sacco di cose e fatte bene. Non c’è solo l’Ex convento, anzi. C’è ad esempio il collettivo di architetti della Rivoluzione delle seppie che porta ancora più persone di noi a Belmonte, da tante parti del mondo. Lavoriamo spesso in sinergia. I paesani, nel senso proprio degli abitanti del paese – ribadisce, sottolineando i termini “abitare” e “paese”, ndr – accettano di buon grado, si lasciano attraversare e coinvolgere. La risposta è più che positiva».

Lo step successivo rispetto a quanto c’è da fare, è nella programmazione, a dirla tutta già pianificata e operativa che quest’anno sviluppa il tema dell’Abitare, un ciclo di azioni, sotto forma di residenze creative, laboratori residenziali, performance: ad aprile ci sarà una residenza creativa, a maggio un laboratorio sul canto e le residenze under 35 su danza e contorsionismo del progetto Risiedi, a giugno si avvieranno i laboratori residenziali e indagheranno il corpo come ciò che abitiamo attraverso la danza e il clown, in estate partirà una serie di percorsi/laboratori gratuiti per bambini, ad agosto si vorrebbero portare delle compagnie di circo provenienti dalla Francia, a settembre il Premio Paola Scialis oltre a un’altra residenza creativa per chiudere ad ottobre, con la festa di comunità “Rifugi d’aria”.

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