Musica
Suoni e ritmi del Mediterraneo con la Alkantara MediOrkestra
TROPEA (Vv) – Un progetto che mette insieme i ritmi e i suoni dei Paesi del Mediterraneo in un concerto unico e coinvolgente. È lo spettacolo “Eastbound – Musiche dal Mediterraneo” della Alkantara MediOrkestra che il XX Festival d’autunno proporrà in una cornice insolita per la sua programmazione: il concerto si svolgerà infatti il 30 agosto al Palazzo Santa Chiara di Tropea, nel segno di una mission che vede il Festival sempre più attivo sul territorio calabrese, fuori dai confini catanzaresi che l’hanno visto nascere e crescere, e ai quali rimane sempre, comunque, legato.
Lo spettacolo Eastbound – che letteralmente significa “diretto a Est” – è una coproduzione dell’Alkantara Fest di Catania e del Festival d’autunno, e nasce dall’Alkantara MediOrkestra diretta da Davide Livornese, che l’ha ideata insieme a Riccardo Gerbino, già impegnati da anni nello studio e nella ricerca delle musiche orientali, per esplorare i suoni a partire dal Mediterraneo fino al subcontinente indiano.
L’ensemble di base è composto da otto strumentisti, che attingono a tradizioni musicali diverse con strumenti che vanno dal “nostro” marranzano al rab, il liuto afgano, dagli strumenti a fiato di varie etnie a una piccola sezione di archi costituita da contrabbasso, violoncello e viola, dal bodhràn, il tamburo irlandese, al tabla, percussione della musica classica indiana. I componenti dell’Alkantara MediOrkestra sono: Davide Livornese (rabab, oud e direzione), Riccardo Gerbino (tabla, percussioni), Mario Gulisano (percussioni, marranzano), Roberto Fiore (contrabbasso), Fabio Sodano (duduk, sax, fluait), Bronagh Slevin (violoncello), Alexandra Dimitrova (violino), Denise Di Maria (percussioni, charango).
A questa formazione, si aggiungono musicisti e ospiti internazionali, chiamati a partecipare alle singole produzioni: a Tropea insieme a loro infatti ci saranno i greci Chrysanthi Gkika (politiki lyra), Nektarios Stamatelos (ney), tutti insieme proporranno un repertorio proveniente da varie tradizioni musicali, da Oriente a Occidente, e brani originali, con l’intento di creare un suono che rievochi il Mediterraneo, culla di civiltà millenarie.
«La musica e i ritmi del Mediterraneo sono un vero e proprio patrimonio che riflette la ricchezza e la diversità culturale di tutto il bacino europeo – afferma il direttore artistico del Festival d’autunno, Antonietta Santacroce -. Non si tratta però semplicemente di una disciplina dai tratti comuni: la musica tradizionale è soprattutto senso di unità e appartenenza, ha un aspetto comunitario. Oltre a condividere alcuni strumenti tradizionali come la chitarra, il saz, il ney, il tamburo, o in alcuni casi strumenti comunque molto simili tra loro, le musiche del Mediterraneo, vivaci e coinvolgenti, invitano alla danza e alla partecipazione.. In più hanno un ulteriore tratto comune nell’improvvisazione, nell’elemento creativo e spontaneo che riflette anche le influenze culturali che convivono negli stessi territori, da quelle arabe e berbere, alle influenze turche e greche, spagnole, italiane. Il concerto Eastbound sarà un’esperienza unica, nella quale sarà difficile rimanere fermi e non lasciarsi travolgere dall’energia che è propria del Mediterraneo».