spac festival
Dopo il rock di D’Andrea e Sorridente, arriva la danza di Piano solo corpo solo
Tempo di rock allo SPAc festival. La rassegna di Teatro del Carro, al suo secondo appuntamento in quel dell’ex Convento dei minimi di Roccella Jonica, ha puntato sulla musica dell’insolito duo formato dai due cantautori Alessia D’Andrea ed Emilio Sorridente. Vanno dette due cose sui due ospiti musicali dello SPAc Festival, la prima è che non erano propriamente in duo, ad accompagnarli alla batteria c’era Enzo De Masi; la seconda è che sebbene l’accoppiata sia insolita, è ben consolidata, poiché i due musicisti collaborano ai rispettivi progetti già da qualche tempo.
La definizione di “insolito” non è a caso: Sorridente è di chiara matrice psichedelica e blues, D’Andrea ha invece affondato da sempre a piene mani nel pop rock. Più “di pancia” il primo, raffinata la seconda, i due hanno trovato un punto d’incontro e sembrano parlare la stessa lingua, come risulta evidente durante l’esecuzione di alcuni brani.
Il concerto dello SPAc Festival infatti si è articolato seguendo una scaletta molto precisa, permettendo a entrambi i musicisti di dividersi perfettamente il palcoscenico. Ad aprire la serata è stato il chitarrista di Gioia Tauro che ha proposto ai presenti, in versione solo, un suo primo brano, “Red pill”, prima di passare a una carrellata di cover, ben eseguite, da Nick Drake con “Pink moon”, “Which will” e “Place to be”, passando per una azzeccata “No surprise” (Radiohead) e Dear Prudence dei Beatles.
È stato quindi il turno di Alessia D’Andrea – già Premio Mia Martini e Premio Città di Recanati, oggi Musicultura – che, al pianoforte a coda presente in sala, prima da sola, poi con l’inserimento degli altri due musicisti, ha presentato in anteprima i brani del suo nuovo album, il quarto, in uscita nei prossimi mesi, “The journey”. Tra le sue “Kill me”, “Ticket to the moon”, “Away”, “The dreamer”, ha inserito “Blue”, cover da Joni Mitchell, cantautrice a cui si è detta molto legata.
Il programma dei brani, in perfetto crescendo, ha potuto contare su “Here she comes” e “Say”, altri due brani di Sorridente – che, cosa non da poco, ha pure fondato insieme a Martin “Youth” Glover i Dream Symposium -, prima di un ultimo carosello di cover, ancora con i Beatles di “Something”, i Rolling Stones di “Wild horses”, Jeff Buckley di “Grace” – molto bella -, e i Pink Floyd di “The great gig in the sky”, forse il punto più debole di tutta la serata, e una sorprendente “Comfortably numb”.
Il programma di oggi dello SPAc Festival
Questa sera ultimo appuntamento all’ex Convento dei minimi per la sessione di Roccella Jonica dello SPAc Festival: ad andare in scena sarà la coreografa a danzatrice Claudia Caldarano che porterà in scena “Piano solo Corpo solo” insieme al pianista Simone Graziano.
“Piano Solo Corpo Solo” è un concerto per “piano solo” e una danza per “corpo solo” nato in tempi di isolamento in cui abbiamo sentito violati i nostri corpi e la nostra libertà. «Simone Graziano ed io – spiega Caldarano – cerchiamo di toccare e di essere toccati dalle reciproche intimità e solitudini e di uscire dalla distanza di sicurezza, dalla zona di confort, da quel gioco protetto e imprigionante dove ogni parola è morta in partenza».
«Cerchiamo di essere in un “corpo a corpo” “faccia a faccia col caos” – aggiunge -. Cerchiamo di stabilire, nel suono e nel movimento, un contatto epidermico tra noi e con lo spettatore, come se Piano Solo Corpo Solo fosse un concerto e una danza per un solo spettatore, per vitalizzarci per “cogliere l’attimo”, per percepire che ogni attimo è un “ultimo attimo”».
La musica è tratta dal disco di Simone Graziano “Embracing the Future”. Un termine che esprime sia il processo di composizione che il cuore di piano solo corpo solo. Simone e Claudia cercano di stabilire, nel suono e nel movimento, un contatto epidermico tra loro e con lo spettatore, come se Piano Solo Corpo Solo fosse un concerto e una danza per un solo spettatore. Tra danza e musica avviene un abbraccio, un gesto che fissa nell’attimo, l’ultimo attimo, nell’istante, il duraturo.
Il processo di composizione è avvenuto attraverso una serie di improvvisazioni pubbliche che sono state ospitate tra giugno e novembre 2021 in festival e in esiti di residenze artistiche. Le improvvisazioni sono state basate su temi musicali e coreografici poi sviluppati e modificati di volta in volta e che, vissuti come “embracing”, hanno portato a momenti di abbandono e a toccanti forme di ascolto reciproco sia tra i performer che tra i performer e lo spettatore, fino a coinvolgerlo in un canto collettivo durante la performance.
Gli Embracing sono stati una forma di studio e di ricerca per la scrittura di Piano solo corpo solo e adesso sono un modo per conservare nella composizione definitiva l’elemento vitale, di rischio, il coinvolgimento e l’eros propri dell’improvvisazione. L’improvvisazione è la capacità di “cogliere l’attimo”. Mettiamo in discussione la precisione delle nostre partiture attraverso l’improvvisazione per vitalizzarci per “cogliere l’attimo”, per percepire che ogni attimo è un “ultimo attimo”. In Piano Solo Corpo Solo “colgliamo l’attimo” dentro un rituale fisico e sonoro legato all’immaginario di un “ultimo attimo”.
Simone Graziano sgretola i brani del suo album “Embracing the future” in relazione al “Corpo Solo” di Claudia Caldarano (ispirato alle Near Death Experience) che dà l’illusione di essere accarezzato, mosso, manipolato, trascinato, sollevato da una pluralità di mani, di forze, di affettività, che lo agiscono, così protagonista non è “solo” il suo corpo ma diventa l’assente, “l’altro” che possiamo immaginare, il desiderio di essere toccati.
La coreografia è eseguita su una sorta di prolungamento della coda del pianoforte, nero, lucido, dove il corpo è riflesso, esposto, confinato e a rischio. Il pianoforte a coda è preparato con oggetti della vita quotidiana per renderne il suono straniante, quasi irriconoscibile, e vicino allo spettatore, come se stesse con la testa dentro lo strumento.
Ricordiamo infine che SPAc Festival – South Performing and Acting Festival – Giornata Nazionale dell’Attore – X edizione, dedicata alla memoria di Pino Michienzi, è organizzato dalla Compagnia Teatro del Carro in collaborazione col Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni, con il patrocinio della Provincia di Catanzaro e dei Comuni di Badolato (Cz) e Roccella Jonica (Rc), e cofinanziato con risorse FSC Fondo per lo Sviluppo e la Coesione della Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura” e Otto per mille Chiesa Valdese.