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Mare fuori, al Cilea la prima calabrese del musical di Siani

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Mare fuori, al Cilea la prima calabrese del musical di Siani

REGGIO CALABRIA – L’amore che trionfa contro ogni violenza e la speranza che si muove fluttuante come le nuvole e le onde. “Mare fuori”, la serie tv che ha riscosso uno straordinario successo specialmente tra i giovani, nella sua nuova versione musical cerca di ricreare a teatro la stessa energia che ha bucato il piccolo schermo.

Un lavoro non certo facile, visto che condensare lunghi intrecci narrativi ed una corposa schiera di personaggi in una durata ragionevole era impresa ardua per chiunque. Anche per un artista navigato come Alessandro Siani che ha firmato la regia di questa nuova produzione, in cui ritornano alcuni dei protagonisti già apparsi nella serie, condensando tanta musica, danza e napoletanità.

Lo spettacolo ha iniziato il suo tour al Cilea di Reggio Calabria e si sposterà poi a Cosenza per tre date in cui l’organizzazione curata da “L’altro Teatro” ha registrato il sold out.

La prima calabrese ha confermato la qualità della confezione e l’intenso lavoro che ha coinvolto nei mesi scorsi un ricco cast, che conta oltre venti interpreti su cui svettano Andrea Sannino nel ruolo dell’educatore, Maria Esposito (alias Rosa Ricci) acclamatissima dal pubblico, Mattia Zenzola, vincitore della scorsa edizione del talent show Amici, e Antonio Orefice già apprezzato in tv.

Mare fuori, dalla tv al palcoscenico

La storia prende spunto dai temi che hanno ispirato Mare fuori e dalle storie all’interno dell’Istituto di detenzione minorile che richiama Nisida: la violenza criminale che ha portato in carcere i ragazzi, la lotta fra bande, il senso di smarrimento rispetto a valori non più consolidati come la famiglia e la scuola, il coraggio di affrontare i propri conflitti interiori per costruire una nuova identità ed una vita diversa.

Il filo conduttore è quello della storia d’amore tra Rosa e Carmine, novelli Romeo e Giulietta che da dietro le sbarre si scoprono uniti da un dolce sentimento in grado di andare oltre la guerra che si consuma su strada tra i rispettivi clan di dei Ricci contro i Di Salvo. Alla fine, trascinati dal buon esempio dell’educatore, tutti i ragazzi “interrotti”, mettendo in scena i “Promessi Sposi”, sapranno trovare la loro redenzione grazie alla forza del canto e della recitazione, riprendendo in mano le proprie vite.

Nella riduzione per il teatro non fila tutto liscio, il susseguirsi di troppi quadri finisce per spezzettare e penalizzare il lavoro drammaturgico e anche i diffusi siparietti scherzosi, inseriti per alleggerire i toni, appaiono poco coerente rispetto all’origine del testo. La bravura dei performer alla fine compensa tutto, così come le tante canzoni di immediato impatto – c’è anche un omaggio a Pino Daniele ed un numero musicale stile La La Land con il Vesuvio sullo sfondo – e l’inevitabile chiusura affidata al successo di Matteo Paolillo, “O mare for” cantata a memoria da tutto il pubblico. Ci sono, dunque, tutte le premesse per una lunga tournée di successo che, dopo la Calabria, raggiungerà anche le piazze più importanti d’Italia.

Domenico Iozzo

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