Cultura
The Art of living, nelle parole del monaco vedico Swami Jaataveda
The Art of living e le tecniche della respirazione Surdashan Krya di Sri Sri Ravi Shankar spiegati dal monaco vedico Swami Jaataveda
The Art of living, spiegato dal monaco Swami Jaataveda.
Sri Sri Ravi Shankar è un leader spirituale indiano, che ha saputo e continua a raccogliere attorno a sé milioni di persone alla ricerca del benessere interiore, ma non solo quello. Più volte candidato al Nobel per la pace, Ravi Shankar è un attivista sociale universalmente riconosciuto (sono note le sue relazioni rese all’Assemblea generale delle Nazioni Unite), da sempre impegnato nel superare le divisioni religiose, sociali, ideologiche ed economiche della società.
La possibilità quindi di incontrare un suo allievo, monaco della tradizione vedica, Swami Jaataveda, dalle nostre parti, non era cosa da poco e noi di Spettacoliamo non potevamo lasciarcela sfuggire. Il monaco è stato ospite della sezione regionale della Fondazione “The Art of living”- fondata da Shankar -, e di una delle sue insegnanti, Giuditta Blandini: nei giorni scorsi ha tenuto a Stalettì un corso sulla Sudarshan Kriya, una tecnica di respirazione unica, oggetto di numerosissimi studi scientifici che produce un concreto benessere psico-fisico.
Cos’è “The art of living”, l’arte del vivere?
«Nella vita impariamo tante cose, come cucinare, dipingere. Ma la cosa più importante da apprendere è come condurre una vita felice, gioiosa, come affrontare le situazioni quando ci si presentano. Questa è una cosa che non sarà mai insegnata a scuola o a casa, per questo dobbiamo imparare l’arte del vivere una vita vera».
Quali sono allora i primi passi da fare per avvicinarsi a un modo diverso di vivere, alla Art of living?
«Direi che il primissimo passo è avere una mente sotto stress, avere un livello emozionale del nostro essere molto forte. Lo stress è la causa di tanti problemi in ogni campo, se la mente è stressata, così come l’intelletto, non possiamo percepire bene cosa accade in un preciso momento, perché vediamo il mondo da un punto di vista veramente limitato. Quando lo stress viene rimosso, percepisci molto di più, e le nostre espressioni sono pure. È qualcosa di cui hai bisogno a casa, in ufficio, nei tuoi rapporti con il resto del mondo: una buona percezione è necessaria in ogni campo».
Qualche consiglio?
«Tutti gli esseri umani capiscono cos’è la pace. Ciò che ci circonda ci distrae, ma la nostra natura è fatta di amore. Bastano pochi minuti al giorno, sedersi con se stessi, fare qualche esercizio di respirazione, un po’ di meditazione, solo così troveremo una maggiore resilienza da parte nostra nei confronti di ogni situazione, con più entusiasmo e energia per affrontare le sfide quotidiane».
Fermarsi anche solo per pochi minuti, secondo di The Art of living, come può conciliarsi con la vita frenetica di noi occidentali?
«Come tutti gli esseri umani, indifferentemente dalla provenienza, abbiamo bisogno di felicità, gioia, amore. Forse ci sono parti del mondo in cui si pensa in maniera differente, ed è anche una cosa buona, è un bene, ma quando ci si riferisce alle qualità di base umane, siamo tutti gli stessi, in tutto il mondo. Quando abbiamo fame, cerchiamo il cibo. Quando abbiamo molta sete, cerchiamo dell’acqua, non altre bevande».
«In maniera similare, quando ci rendiamo conto di aver raggiunto il massimo dello stress e delle emozioni, allora comincia il viaggio alla ricerca della pace interiore, della gioia, dell’amore interiori. Perché questo? Perché siamo abituati a cercare l’amore, la felicità, al di fuori di noi, ma arriviamo sempre a un punto in cui ci rendiamo conto che la vera pace è dentro di noi. Queste tecniche di meditazione sono degli strumenti utili in questo viaggio alla ricerca della felicità vera».
Come può qualcosa di così strettamente personale, svilupparsi anche a livello interpersonale?
«Vado in molti posti, dove ci sono abitudini diverse, la gente è diversa, le ideologie sono diverse. Ma non ci sono affatto differenze quando parliamo di esseri umani: le persone possono avere idee politiche proprie, ma tutte vogliono la pace, nessuno vuole guerre e conflitti. È stupefacente vedere che tutto il mondo, ognuno di noi, è legato da questo filo, fatto di amore, pace e fratellanza, a dispetto di ogni nazionalità, religione, individualismo».
C’è un episodio particolare che le ha fatto pensare che sì, con The Art of living stava davvero facendo la cosa giusta?
«No, non c’è. Quando ho cominciato, quando ho preso parte a questo movimento, sapevo già nel mio cuore che ero sulla strada giusta. Non devi studiare, fare ricerche, ma ascoltare solo la tua voce interiore, non hai bisogno di prove, è qualcosa di forte che hai dentro. Quando ho cominciato a meditare, conoscendo Sri Sri Ravi Shankar, ho visualizzato chiaramente che era ciò che veramente volevo fare, e ciò che mi avrebbe dato, aiutare gli altri a privarsi dello stress, a sorridere, a sentire cos’è la vita vera».
Lei ha lavorato in questi giorni in Calabria, anche per presentare The Art of living, come si è trovato?
«La gente qui è molto genuina, pura di cuore, ed è circondata da una natura favolosa. Qui le persone sono molto connesse con la natura che le circonda, ma come ho già detto tutti abbiamo bisogno di un modo, qualcosa che ci faccia uscire dallo stress».
«Puoi anche vivere in riva al mare, ma questo non basta per eliminarlo, è come lasciare casa per un mese, anche se chiudi bene le porte e finestre, troverai sempre della polvere al tuo ritorno. Anche se pensiamo di vivere una vita felice, nella natura, lo stress c’è. È la principale causa di ansia, pressione alta e di ogni altro sintomo psicosomatico. Tutti vogliono sapere come uscire da questa tensione e vivere una vita felice».
C’è un testo che consiglierebbe per avvicinarsi a queste pratiche?
«Sì, consiglio di leggere “An intimate note for a sincere seeker” – non esiste una versione in Italia, ma in inglese si trova facilmente online, ndr –, scritto dal nostro leader e fondatore di The Art of living, il guru Sri Sri Ravi Shankar: c’è un po’ di conoscenza su ogni argomento della vita, è veramente il punto di partenza. Leggendolo e affiancandolo alla pratica del Sudarshan Kriya, è un grande strumento».
«Bastano pochi giorni per apprendere questa tecnica e si sente un vera trasformazione nella propria vita: il Sudarshan può liberarti dallo stress presente in ogni singola cellula del tuo corpo. È come fare una doccia: quando in giornate come queste sudi, non devi fare tantissime docce, ne basta solo una per risollevarti. Questa però è una doccia interiore».
Le lascio carta bianca, concluda lei questa chiacchierata.
«La vita è bella e anche molto semplice. Ma tutte le situazioni e circostanze che arrivano nella nostra vita la complicano. Quando impariamo tecniche come questa, mettiamo a frutto un potere che già abbiamo, quello del respiro. Non dobbiamo chiedere nulla a nessuno, lo abbiamo dentro di noi».
«In questo modo, quando impariamo come respirare bene, come mantenere la calma nelle situazioni antipatiche, e solo allora capiamo il vero significato della vita, lo scopo della nostra vita – The Art of living -, qualsiasi sia la professione che facciamo. C’è sempre uno scopo più grande, per noi, esseri umani».