Cultura
A Ecolandia “Spettacoli nella natura”
L’iniziativa del par o Ecolandia propone una serie di incontri con scrittori, giornalisti, autori, musicisti, artisti
Il Festival di autori, scrittori e musiche del Mediterraneo – “Spettacoli nella natura”, si terrà fino al 26 febbraio 2023 a Reggio Calabria, organizzato dal Parco Ecolandia – con il Patrocinio della Regione Calabria e della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Una iniziativa speciale, in questo periodo dell’anno, forse insolito, ma proprio per questo ancora più stimolante, un’occasione per uscire dalla solita routine ed andare a gustare delle belle proposte in un angolo di naturale bellezza. Attraverso la forza creativa degli artisti Ecolandia invita a focalizzare l’attenzione sulle tematiche di vivibilità, ecologia integrale, rispetto per sé stessi e per gli altri.
Un Festival dedicato a questi temi, per proporre una serie di incontri con scrittori, giornalisti, autori, musicisti, artisti, che discuteranno su diverse tematiche o le narreranno in musica, fotografie o “connessioni”: arte e cultura divengono ancora una volta strumento utile per divulgare valori importanti, interpretare il mondo attuale da punti di vista nuovi.
Ogni giornata del Festival avrà un tema conduttore con l’obiettivo di esplorare le molteplici relazioni e connessioni, diventando luogo di generazione di energia nelle sue più diverse forme, frutto dell’apporto di forze che intendono “mettersi in discussione su questi temi”.
Gli incontri con gli autori sono coordinati da Giuseppe Smorto, già Direttore di Repubblica.it e autore di “A sud del Sud” e, di volta in volta, presentati da personalità del mondo della comunicazione”.
Il programma, molto articolato e particolare, prevede performance artistiche, esposizioni, installazioni, tavole rotonde, mostre, spettacoli dal vivo.
Si inizia oggi, alle con PIERO GENOVESI, ricercatore, zoologo ed esperto di conservazione delle specie animali, primo nel settore delle scienze ambientali sulla base del numero di citazioni ottenute dai ricercatori per gli articoli pubblicati negli ultimi dieci anni. Fra i massimi esperti mondiali di biodiversità, ha firmato il recente censimento sui lupi in Italia
Primo tecnologo e responsabile dell’area gestione e conservazione della fauna di ISPRA, collabora con la Commissione Europea e il Consiglio d’Europa, ed è Autore di libri e articoli scientifici pubblicati sulle più prestigiose riviste del mondo, comprese Science e Nature. È particolarmente attivo nella divulgazione scientifica, partecipa a trasmissioni televisive e radiofoniche, tra le quali Miracolo Italiano di Rai Radio 2. È autore di due libri per bambini sul tema della conservazione: “Per un pugno di ghiande” e “Storie bestiali“.
Alle ore 19:30, al via la Sezione 𝗠𝗨𝗦𝗜𝗖𝗔 con un grande evento: NOUR EDDINE FATTY con un recital -presentazione del libro “HIJRA. L’ESILIO DEL FLAUTISTA” e, subito dopo, il 𝗖𝗼𝗻𝗰𝗲𝗿𝘁𝗼, in trio, “DAL DESERTO AL MARE”, viaggio musicale dalle radici di musica gnawa del deserto alle armonie della musica arabo – andalusa.
Una storia che ha dell’incredibile, quella di Nour Eddine Fatty, dal peregrinare in cerca di una vita diversa per le strade dell’Europa all’arrivo in Italia e, con forza di volontà e determinazione, inseguire i propri sogni, che per fortuna si avverano, se oggi può raccontare il suo “esilio” ed essere a tutti gli effetti quello che avrebbe voluto essere sin dall’inizio: un musicista. Che è riuscito ad esibirsi, con l’orchestra, di fronte a Papa Francesco. Una storia da ascoltare, un concerto da non perdere!
Nour Eddine Fatty Trio
Quando è arrivato in Italia nel 1993 Nour Eddine Fatty era un immigrato senza documenti partito quindici anni prima da un piccolo villaggio nel nord del Marocco e vissuto fino a quel momento di espedienti tra i vicoli di Parigi. A Roma è diventato un musicista. O meglio, è ridiventato un musicista, perché Nour Eddine Fatty viene da una famiglia di strumentisti itineranti che sotto la guida del nonno suonatore di ciaramella con un gruppo Issawa portava le note di ascendenza sufi nei mausolei, sulle montagne del Rif, nelle feste popolari della regione di Fez.
Ad ascoltarlo adesso è difficile credere che prima del successo da 12 cd registrati in mezzo mondo, 5 colonne sonore e oltre mille concerti, ci siano stati la clandestinità, l’indigenza, la marginalità sociale.
Nour Eddine Fatty lo racconta a ripetizione nei suoi spettacoli-recital mettendo in musica le difficoltà, le opportunità e le contraddizioni di un migrante vagabondo che un giorno di vent’anni fa ha incontrato in metropolitana Tony Esposito e si è ritrovato ingaggiato nel ruolo della “voce araba” nel film «Storie d’amore con i crampi». Da quell’inizio cinematografico il menestrello che strimpellava sul marciapiede per pochi spiccioli ha camminato parecchio, nonostante l’ostilità montata nei confronti dei musulmani dopo l’11 settembre 2001: il grande schermo ancora («L’albero dei destini sospesi»), il battesimo di gruppi musicali etnici d’ispirazione berbera e gnawa (Azahara, Desert Sound, Jajouka), la collaborazione con la World Orchestra.
Hijra – L’esilio del flautista” è un esempio di teatro canzone dalla forte componente esistenziale, che dal Marocco della tradizione orale vira inaspettatamente nel 1982 verso la Catalogna del Maestro e scopritore Jordi Percerda. Il flauto fa da guida a un cammino accidentato e denso di eventi, che semina messaggi di apertura e comprensione tra culture e popoli diversi. A saperlo ascoltare, flauto, oueter e chitarra dell’artista marocchino ben presto perdono ogni connotazione nordafricana, per diventare ritmica di accompagnamento a storie in fondo universali, compiendo un vero e proprio rituale di empatia, dove saranno per una volta gli ospitanti e non i migranti i destinatari di una narrazione identitaria. E infatti, seppur partendo da una piccola vita da esule con le sue difficoltà, Hijra scava nel profondo della dimensione psicologica del migrante e dell’artista, testimoniando il dramma dell’emarginazione ma anche la volontà di dire agli altri del proprio diritto ad esistere, lungo un arco che fa approdare il protagonista a una sorprendente consacrazione come strumentista, autore di importanti progetti musicali, compositore per il cinema. Nour Eddine anche dopo il concerto interreligioso commissionatogli da Papa Benedetto XVI non scorda povertà e difficoltà degli inizi, ma anzi utilizza la propria storia personale come metafora della condizione del migrante, e come invito alla tenacia contro ogni avversità. Un viaggiatore sulle strade del mondo che dal 1993 ha trovato in Roma una seconda patria, attraverso capolavori della world music come “Coexit”, apprezzatissimo da Papa Giovanni Paolo II. Brani per i Trascendental, colonne sonore per Ozpetek e altri maestri, un docufilm sul Marocco e sulla propria vita, hanno nel tempo portato Fatty ad essere ambasciatore, lui musulmano, della musica classica in Vaticano con l’opera “Alma Mater”, e poi a collaborazioni di valore internazionale quali quella con la Royal Philarmonic di Londra nel 2010; fino alla fondazione, l’anno dopo, dell’Orchestra della Primavera Araba in Valderice, in un ponte senza tempo tra Sicilia e mondo arabo.